Trisha Brown Dance Company

28 - 31 ottobre 2009


Il Festival RED (Reggio Emilia Danza), inserito nel nuovo Aperto Festival, in programma il prossimo autunno a Reggio Emilia, presenta gli Early Works di Trisha Brown, una delle figure più rappresentative della danza contemporanea.
La creatività di Trisha Brown ha frequentato sperimentazione e avanguardia e, fin dai suoi inizi, “luoghi alternativi” rispetto al palcoscenico; tra gli anni Sessanta e Settanta sono note le sue ambientazioni in parcheggi, strade, facciate di edifici, tetti del quartiere Soho, gallerie.

Grazie alla collaborazione con la Collezione Maramotti e il supporto di Max Mara, RED, unitamente alla Compagnia di Trisha Brown, ha individuato l’edificio della Collezione, un tempo sede dell’azienda Max Mara, per la messa in scena degli Early Works il 28, 29 e 31 ottobre 2009. La Collezione Maramotti vocata fin dal suo nascere all’esplorazione di nuovi linguaggi espressivi ospiterà inoltre la coreografa per un incontro pubblico lunedì 19 ottobre 2009.
Le sei coreografie presentate alla Collezione Maramotti, di pratica spoglia ed essenziale e di durata variabile (tra i due e i quindici minuti), sono state composte tra il 1970 e il 1974 dalla Brown, appartenente al gruppo dei “liberatori della danza”, che, col suo lavoro antinarrativo e contrario alla spettacolarità, ha rotto i tradizionali codici della rappresentazione creando un nuovo linguaggio coreografico.

Gli Early Works - che hanno avuto altre prestigiose cornici internazionali come il Centre Georges Pompidou di Parigi, il New Museum of Contemporary Art di New York, il Contemporary Art Museum di Houston, il Whitney Museum of American Art di New York - prevedono un numero variabile di danzatori, da due a nove, in una danza astratta e complessa, ora accompagnata da note musicali (Bob Dylan in Spanish Dance), ora in assenza di musica, che si fonde, interagisce, si relaziona con i linguaggi visivi di dipinti, sculture e installazioni del luogo, rappresentativi di alcune tra le principali tendenze artistiche italiane e internazionali affermatesi dal Secondo Dopoguerra.
Un'opportunità per scoprire con occhi nuovi un luogo di memoria e di arte che in occasione di questo incontro di linguaggi, accomunati da radici sperimentali, potrà arricchire di nuove suggestioni il visitatore e lo spettatore.

“Le opere di Trisha Brown degli anni ’70, presentate oggi a Reggio Emilia e considerate da sempre dalla critica come la massima espressione di danza minimalista – scrive la storica dell’arte Susan Rosenberg – , mostrano la sua idea di coreografia come struttura visibile dalla mente e dagli occhi. Vedere la “partitura” che compone le creazioni di Trisha Brown è come vedere un’architettura astratta in cui si compiono movimenti effimeri in base a procedure strutturate.
La struttura del movimento individuale permette allo spettatore di percepire ogni gesto fisico come se fosse creato nel momento stesso della sua esecuzione e in relazione al corpo del singolo ballerino che si muove in uno spazio tridimensionale. Coreografia e movimento sono visibili, unici e statici.”

La Trisha Brown Dance Company sarà anche al Teatro Valli il 30 e 31 ottobre con un programma che prevede due prime italiane (L'Amour au théâtre, sua ultima creazione, e You Can See Us) oltre al capolavoro Set and Reset.

 

Selezione rassegna stampa

L. Cherubini, Trisha Brown. Dance Revolution, in "Flash Art", n. 279, dic. 2009/gen. 2010

L. Vergine, Le chimere dei corpi, in "Alias", 28 nov. 2009

M. Guatterini, Trisha danza "minimal", in "Il Sole 24 Ore", 8 nov. 2009

M. G. Minetti, Trisha Brown. "Fin da piccola volevo volare", in "La Stampa", 27 ott. 2009

A. Lombardi, Trisha Brown. Dalla vita quotidiana a Bach. Ballando ballando, in "Il Venerdì di Repubblica", n. 1125, 9 ott. 2009

C. Campanini, Trisha Brown. Astrazioni in volo, in "Arte", n. 434, ott. 2009

S. D. Agostini, Gli Early Works di Trisha Brown alla Collezione Maramotti, in "Arte e Critica", n. 60, set./nov. 2009

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