Show Case: L'Archivio esposto
Mostra collettiva
In occasione del festival di Fotografia Europea 2021 ispirato al verso di una poesia di Gianni Rodari (“Sulla Luna e sulla Terra / fate largo ai sognatori!”) e in continuità con la mostra Rehang : Archives del 2019, la Collezione Maramotti presenta un rinnovato percorso dell’esposizione permanente attraverso una selezione di documenti e materiali della propria biblioteca e dell’archivio d’arte.
Percorrendo le sale che ospitano in permanenza oltre duecento opere dagli anni cinquanta ad oggi, una serie di vetrine pop-up contengono fotografie, documenti, disegni, libri d’artista ed ephemera su alcuni degli artisti esposti, ampliando il contesto della loro ricerca e offrendo prospettive aumentate sul percorso espositivo.
I materiali relativi ad Alighiero Boetti, Eliseo Mattiacci, Mario Schifano, Pino Pascali, Jannis Kounellis, Sergio Lombardo e Cesare Tacchi testimoniano, al primo piano, la vitalità e il fermento artistico in Italia negli anni sessanta e settanta. Al secondo piano, l’energia e la creatività della scena pittorica newyorkese negli anni ottanta e novanta è raccontata attraverso documentazioni sul lavoro di Eric Fischl, Julian Schnabel ed Ellen Gallagher. Queste vetrine vanno a integrarsi a una serie di contenuti digitali messi a disposizione nelle sale tramite codici QR già a partire dal 2020, per aprire ed espandere nuovi sguardi sulla raccolta.
Alighiero Boetti
Insicuro Noncurante è un grande libro-opera pubblicato nel 1975 in soli 41 esemplari numerati e firmati. In questo prezioso portfolio in 81 tavole, raccolte da Boetti stesso, si ritrovano molti dei temi centrali della poetica dell’artista. Sono qui presentate alcune delle tavole, tra cui “Scrivere con la sinistra è disegnare”, direttamente connessa all’opera Gary Gilmore (1977) esposta in Collezione.
Eliseo Mattiacci
Il bozzetto originale dell’opera Trucioli e calamita (1968-’69) e alcune fotografie di altri lavori di Mattiacci presentati insieme a questa alla Galleria dell’Oca nel 2004 sono rappresentativi della riflessione dell’artista sullo spazio quale luogo attraversato da campi di energia.
Mario Schifano
L’analisi ai raggi X della superficie di Manifesto 1960 (1960) rivela il processo di creazione dell’opera: gli ‘schermi” monocromi di Schifano non tendono a un azzeramento della pittura, quanto a una comunicazione stratificata e sospesa.
Pino Pascali, Jannis Kounellis, Sergio Lombardo, Cesare Tacchi
Le immagini fotografiche afferenti alla galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis, uno dei centri più vitali della scena artistica italiana negli anni sessanta, riflettono il fermento culturale di quel periodo, in una Roma nevralgica per l’incontro tra artisti, letterati, critici e intellettuali.
Eric Fischl
Le due grandi tele Birthday Boy (1983) e The Philosopher’s Chair (1999) di Fischl sono emblematiche dello sguardo voyeuristico e psicologico dell’artista americano, i cui protagonisti abitano spazi liminari ambigui.
Ephemera, articoli e lettere tra l’artista e Mario Diacono, che all’epoca le aveva presentate presso la sua galleria, aprono uno sguardo sulla loro ‘genealogia formale’ e i relativi riferimenti simbolici.
Julian Schnabel
Una serie di fotografie scattate nello studio di Schnabel a Long Island negli anni ottanta ci permette di cogliere alcuni passaggi concreti della realizzazione dei suoi celebri ‘plate paintings’ (due dei quali sono esposti in Collezione), testimoniando la costante tensione alla sperimentazione tecnica dell’artista newyorkese.
Ellen Gallagher
Ephemera, libri, fotografie e le parole dell’artista stessa, con particolare riferimento a un dialogo con Peter Halley pubblicato nel 1997, ci trasportano nelle ragioni profonde della ricerca di Gallagher, permeata da questioni legate alla razza e all’assimilazione dei neri all’interno della cultura e della società americana.