Attraverso i diluvi

27 ottobre 2024 – 16 febbraio 2025
 

Collezione Maramotti presenta Attraverso i diluvi, ampia esposizione collettiva concepita a partire da opere dell’archivio della Collezione – molte delle quali mai esposte in questi spazi – sul tema della catastrofe accompagnate, per la prima volta, da capolavori di arte del passato in prestito da importanti istituzioni italiane e internazionali.
Con oltre cinquanta opere dal XII sec. a.C. al 2024, la mostra si pone come sguardo asincrono sulle catastrofi dell’uomo e del mondo, evocando corrispondenze tra immagini appartenenti a epoche distanti tra loro, ma anche rivelando i mutamenti di sensibilità e di percezione dell’esperienza del disastro nel tempo.

Apertura e conclusione del percorso di visita circolare è il maestoso dipinto di Filippo Palizzi Oltre il Diluvio (1864), originale raffigurazione di ciò che segue al Diluvio universale: in un aspro, affilato paesaggio appena liberato dalle acque, con l’arca arenata quasi tramutata in roccia, e in assenza di Noè, una vibrante esplosione di animali multicolori invade la tela, accompagnata dalla flebile traccia di un arcobaleno.

Diluvi, naufragi, inondazioni, esplosioni, uragani, incendi, guerre, epidemie, azioni violente e predatorie dell’uomo sulla natura: può un evento catastrofico configurarsi come forma di conoscenza o come punto di accesso a un nuovo scenario? Quali immaginari individuali e collettivi la catastrofe può attivare nella sua accezione di “rovesciamento” e “rivolgimento”, quali visioni per attraversare il mondo?

Il rapporto con le esperienze catastrofiche, oggi, è sempre meno caratterizzato da tratti di eccezionalità. Favoriti da specifiche scelte politiche ed economiche e innescati da processi che si sviluppano anche nel lungo periodo, i disastri appaiono come avvenimenti sempre meno improvvisi e come presenze ricorrenti, quasi quotidiane nelle nostre vite.
Allo stesso tempo il flusso costante delle informazioni e delle immagini sembra aver anestetizzato l’intensità della percezione del loro manifestarsi: l’eccesso di visibilità, la dimensione mediatica della catastrofe rischiano, paradossalmente, di produrre una cecità dello sguardo, un’ampia quanto semplificata attitudine del pensiero.
In uno stato ordinario in cui l’equilibrio è sostituito da un incessante ripetersi di momenti distruttivi, in un presente in cui trascendenza e spiritualità appaiono perlopiù accantonate, può l’arte incoraggiare una resistenza, denunciare la normalizzazione dell’apatia, farsi portatrice di una rivelazione positiva? Perduti il timore e lo stupore di fronte a un evento straordinario, superati il senso del tragico e dell’orrore espressi con vivida intensità dagli artisti nei secoli passati, con quali strumenti, con quali iconografie – filtrate, mediate, concettualizzate, estetizzate – si esprime il sentire del disastro, della crisi, di un’apocalisse (senza fine e senza rinascita) nell’arte del presente?

Attraverso i diluvi è articolata in diversi ambienti tematici: dai cataclismi generati dalla natura e dai suoi elementi al travagliato rapporto dell’uomo con gli animali non umani, dalla violenza della guerra alla malattia, fino al suo tragico epilogo. L’ultima sala si pone come luogo di intima riflessione, abitato da enigmatiche opere “notturne” costellate di interrogativi.
Il percorso di visita si espande con collegamenti sui contenuti della mostra anche attraverso le sale del primo e del secondo piano della Collezione, con testi di approfondimento su una serie di opere incluse nell’esposizione permanente (accessibile su prenotazione).

La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione con contributi dello storico della letteratura Andrea Cortellessa, del filosofo Federico Ferrari e dello storico dell’arte Riccardo Venturi.

 

In mostra opere di: Autori sconosciuti (Egitto, XX Dinastia, 1196-1070 a.C.; Roma, III Sec. d.C.; XVII Sec.; Venezia XVIII Sec.), Giulia Andreani (n. 1985), Giorgio Andreotta Calò (n. 1979), Massimo Antonaci (n. 1958), Agostino Arrivabene (n. 1967), Christopher Astley (n. 1965), Joan Banach (n. 1953), Elisabetta Benassi (n. 1966), Ross Bleckner (n. 1949), Monica Bonvicini (n. 1965), Felice Boselli (1650-1732), Ariel Cabrera Montejo (n. 1982), Nicolò Cecchella (n. 1985), Gaetano Chierici (1838-1920), Anna Conway (n. 1973), Andy Cross (n. 1979), Massimo D’Azeglio (1798-1866), Rinaldo Damiani (attivo tra la fine del XIX e l'inizio del XX Sec.), Jules de Balincourt (n. 1972), Andriu Deplazes (n. 1993), Alessandro Fogo (n. 1992), Wayne Gonzales (n. 1957), Francisco de Goya (1746-1828), Gregory Green (n. 1959), Matthew Day Jackson (n. 1974), Anselm Kiefer (n. 1945), Krištof Kintera (n. 1973), Athanasius Kircher (1602-1680), Käthe Kollwitz (1867-1945), Lutz & Guggisberg (n. 1968 e 1966), Margherita Manzelli (n. 1968), Mona Osman (n. 1992), Filippo Palizzi (1818-1899), Beatrice Pediconi (n. 1972), Domenico Piola (1627-1703), Ivor Prickett (n. 1983), Luisa Rabbia (n. 1970), Medardo Rosso (1858-1928), Mario Schifano (1934-1998), Dirk Skreber (n. 1961), Erick Swenson (n. 1972), Ovidiu Toader (n. 1991), Federico Tosi (n. 1988), Elif Uras (n. 1972).

 

Istituzioni prestatrici: Accademia di Belle arti di Brera, Milano; Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia; Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma; Käthe Kollwitz Museum, Colonia; Museo e Real Bosco di Capodimonte, Napoli; Musei Civici, Reggio Emilia; Musei di Strada Nuova-Palazzo Bianco, Genova; Pace Gallery, New York; Pinacoteca Comunale di Faenza.

 

27 ottobre 2024 – 16 febbraio 2025

Visita alla mostra con ingresso libero nei seguenti orari:
Giovedì e venerdì 14.30 – 18.30
Sabato e domenica 10.30 – 18.30

Chiuso: 1° novembre, 25-26 dicembre, 1 e 6 gennaio