Mirages
Jenna Gribbon
Collezione Maramotti presenta Mirages, prima esposizione personale in una istituzione europea dell’artista statunitense Jenna Gribbon, che ha concepito un nuovo corpus di dieci opere pittoriche specificamente per la Pattern Room della Collezione.
Gribbon spesso raffigura persone a lei vicine: gli amici, il figlio, la compagna, i colleghi artisti. I suoi dipinti catturano le complessità e le dinamiche all’interno di queste relazioni, affrontando le implicazioni insite nel vedere e nell’essere visti. L’osservatore condivide il punto di vista dell’artista nelle scene rappresentate ed è incoraggiato a esplorare le relazioni interne all’opera, tra l’artista e il soggetto, così come i rapporti oltre la tela, tra partner, familiari o amici. L’intimità e l’empatia di queste relazioni sono assorbite nel gesto e nel linguaggio pittorico utilizzati dall’artista per rappresentarle.
Soggetto privilegiato dei quadri in mostra è la compagna dell’artista, la musicista Mackenzie Scott (TORRES). La protagonista è plasmata da Gribbon con colori vividi e pennellate fluide, sensuali, che sembrano quasi sciogliere l’uno nell’altro i diversi elementi dell’ambiente e del suo corpo – un corpo riflesso, plasmato, ispezionato, a volte ipertrofico –, su cui l’artista ha qui sperimentato in una scala e con composizioni inedite.
Se nei dipinti di grandi dimensioni l’energia visuale delle immagini irradia dalla distanza – e le forme divengono quasi astratte avvicinandosi alla superficie della tela –, le opere più piccole richiedono una prossimità, un movimento intimo verso l’interno dell’opera per coglierne dettagli e sviluppi narrativi. In questo progetto Gribbon prosegue la sua esplorazione sullo sguardo, introducendo specifici elementi figurativi ricorrenti. Lo specchio amplifica il rimbalzo degli sguardi, evocando anche il tema del doppio, e la benda diventa un ulteriore tassello per la costruzione di una narrazione sui rapporti di potere. I fasci bianchi e diretti delle lampade e il bagliore crepitante del fuoco si combinano a sfondi “green screen” che rimandano alla luminosità irradiata dagli schermi, su cui poter potenzialmente proiettare infinite visioni. Cieca vittima in cerca di orientamento tattile o soggetto passivo di indagine, dea Fortuna o assonnata divinità bendata della giustizia, creatrice di realtà fittizie o veggente colta nell’atto divinatorio, donna sezionata con un gioco di prestigio o in seduta operatoria, Fenice infuocata o rilassata gitante, Mackenzie è una figura mutevole che racchiude e intreccia variegate associazioni iconografiche e mitologiche, così come scene di vita quotidiana, momenti ludici e storie di prevaricazione.
I dipinti figurativi di Gribbon traggono ispirazione da memorie personali, dalla storia dell’arte e dall’esperienza quotidiana, combinando fluidamente stili differenti all’interno di una stessa tela. Rielaborando fotografie scattate con il suo smartphone per “catturare idee”, l’artista dà forma a ritratti e scenari dal taglio cinematografico, sospesi tra realtà, finzione e immaginazione. Portatrici di una visione peculiare su un universo femminile in cui bellezza e piacere agiscono come dispositivi politici per scardinare i tradizionali schemi patriarcali ed eterosessuali, le sue opere pongono l’osservatore all’interno di complesse relazioni di sguardo, in cui si è coinvolti in quanto soggetti attivi.
In occasione della mostra sarà pubblicato un libro con testi di Flavia Frigeri, storica dell’arte e curatrice, e della scrittrice Alexandra Kleeman.
Titolo: Jenna Gribbon. Mirages
Testi di: Flavia Frigeri, Alexandra Kleeman
Editore: Lenz Press, Milano
Anno di pubblicazione: 2022
Numero di pagine: 96
Dimensioni: 24 x 32 cm
Lingua: italiano / inglese