Painting and Other Radical Forms 1995-2007 di Mario Diacono
Un libro, una mostra, una conversazione tra Mario Diacono e il critico americano Bob Nickas
La Collezione Maramotti è lieta di annunciare una conversazione tra Mario Diacono e Bob Nickas domenica 7 ottobre alle ore 11.00, in occasione dell’uscita e della distribuzione internazionale del volume di Mario Diacono Archetypes and Historicity / Painting and Other Radical Forms 1995-2007 (Silvana Editoriale) e dell'apertura della mostra La pittura come forma radicale (Painting as a Radical Form) nella galleria sud della Collezione, che presenterà opere di molti degli artisti discussi nella pubblicazione.
Prendendo spunto dal libro e dalla connessa esposizione, l’incontro si propone di analizzare le vicende della pittura avanzata degli ultimi quindici anni negli Stati Uniti e in Europa.
Il libro di Diacono raccoglie i testi critici che hanno accompagnato le esposizioni nella sua galleria di Boston tra il 1994 e il 2007. Insieme a Verso una nuova Iconografia (1984) e a Iconography and Archetypes (2010), esso costituisce la sua terza ed ultima esplorazione dell’arte post-concettuale. La circolazione di un analogo lessico nei tre titoli riflette una virtuale continuità tra nuove opere e vecchio immaginario. Il filo rosso che unisce le immagini contemporanee con quelle del passato rimane visibile nonostante la reinvenzione, o l’invenzione tout court, dei media che gli artisti mettono in atto per materializzare la propria idea della forma. Se la novità delle tecniche è sempre deliberata, il ritorno d'una struttura archetipica nell’immagine appare essere soprattutto inconscio: è questo uno degli assunti da cui parte l’autore.
Negli ultimi trent’anni l’intertestualità, o meglio interfiguralità, tra vecchie immagini e immagini contemporanee accenna anche a un altro aspetto della globalizzazione, oltre a quella spaziale, che i nuovi media e le economie multinazionali hanno generato. È la globalità temporale che - attraverso i musei enciclopedici, la filosofia della coscienza, i libri d’arte, i viaggi, una sempre più specializzata conoscenza del passato, e la disseminazione dell’informazione - ha costruito la mente moderna e rende tutta l’arte diacronica nella sua fattura, ma sincronica nel suo significato.
La forza dell’intuizione di un artista e l'intelligenza dei suoi dispositivi formali sono ovviamente irriducibili alla presenza di una interfiguralità, ma un'opera acquisisce spesso un'ulteriore intensità grazie alla profondità che essa riceve dalla (re)invenzione di un archetipo.
Su questa lettura critica si svolgerà il confronto fra l’autore e il critico e curatore indipendente americano Bob Nickas, che nell’arco di un ventennio ha portato alla luce e valorizzato il lavoro di molti giovani artisti di talento negli Stati Uniti.
La mostra temporanea (e in parte anche la collezione permanente) presentano opere di artisti americani, o che operano negli Stati Uniti, presenti nella Collezione Maramotti e acquisite al momento della loro prima esposizione dal collezionista Achille Maramotti, fra cui Donald Baechler, Barry x Ball, Huma Bhabha, Michael Craig-Martin, Ann Craven, Matthew Day Jackson, Ellen Gallagher, Jutta Koether, Enoc Perez, Matthew Ritchie, Tom Sachs, Jessica Stockholder, Kelley Walker, Jules de Balincourt. Di quest’ultimo, il giorno precedente (sabato 6 ottobre) sarà inaugurato un progetto realizzato specificamente per la Collezione Maramotti.