1ª edizione 2005-2007 Margaret Salmon
Margaret Salmon
“Ninna Nanna”, da una dimensione idealizzata e iconografica della rappresentazione, raggiunge il regno del reale.
Bina Von Stauffenberg
In occasione dell’edizione inaugurale del Max Mara Art Prize for Women la vincitrice Margaret Salmon (n. 1975) si è focalizzata sul tema della maternità e sulla sua rappresentazione nella società italiana contemporanea. L’opera derivata dalla sua ricerca, dal titolo Ninna Nanna, è un trittico di filmati in bianco e nero e a colori realizzato su pellicola 16 mm.
Le artiste finaliste e la giuria
Finaliste: Anne Hardy, Donna Huddleston, Rachel Kneebone, Margaret Salmon, Anj Smith
Giuria: Iwona Blazwick OBE, Direttrice di Whitechapel Gallery (presidente); Jennifer Higgie, editor di Frieze magazine; Victoria Miro, gallerista; Gillian Wearing, artista; Anita Zabludowicz, collezionista
Il progetto vincitore dell’edizione
Ninna Nanna, il progetto vincitore che Salmon ha presentato per il Max Mara Art Prize for Women, è un trittico in video che mostra tre giovani madri nella propria dimensione domestica, mentre si rapportano coi loro bambini e affrontano la routine delle attività quotidiane. Ognuna di loro è presentata mentre canta ripetutamente un’antica ninna nanna toscana, Ninna Nanna Fiorentina.
Residenza
La residenza italiana di sei mesi di Margaret Salmon si è divisa tra l'American Academy di Roma, attraverso il supporto della direttrice Carmela Vircillo Franklin e dell’ambasciatore italiano Giancarlo Aragona, e la Fondazione Pistoletto di Biella, dove l'artista ha completato il suo progetto.
Ninna Nanna
Whitechapel Gallery (25 gennaio - 11 febbraio 2007)
Collezione Maramotti(2008-2009)
La mostra inaugurata alla Whitechapel Gallery di Londra ha esposto il trittico in video girato in 16mm a colori e in bianco e nero che rappresenta le esperienze di tre diverse madri italiane nelle loro abitazioni mentre cantano una ninna nanna infinita ai loro bambini. L’opera celebra la tenacia e la grazia delle madri nelle loro attività quotidiane, mettendo in rilievo le contraddizioni tra l’iconografia idealizzata della maternità e la realtà.
Nonostante la somiglianza di luoghi e situazioni, l’occhio di Salmon si sofferma sui piccoli dettagli che distinguono le donne e che fanno emergere le loro individualità, a dispetto dei comuni stereotipi sulla “maternità”. Una delle donne sta seduta da sola e pensa, dondolando con distacco il passeggino, mentre un’altra porta in giro il suo bambino, lo bacia, gli parla, lo porta a letto con lei. Due delle donne indossano una camicia da notte o una vestaglia per la maggior parte del tempo, mentre la terza è sempre vestita ed è la sola che si avventura fuori di casa, conservando una certa indipendenza dal suo nuovo ruolo di madre e mantenendo un contatto con il mondo esterno.
Lo strumento scelto da Salmon è il video; e se i suoi primi lavori si rifacevano chiaramente alla tradizione del documentario come a quella del Realismo letterario americano, l’uso della camera a mano, le ambientazioni reali e la scelta di attrici non professioniste per Ninna Nanna richiamano il cinema Neorealista italiano. L’uso del trittico come formato trova i suoi riferimenti nella trilogia della solitudine di Federico Fellini o nella trilogia della guerra di Roberto Rossellini; in particolare, si potrebbe pensare a Roma città aperta (1946), nel quale la straordinaria anti-eroina interpretata da Anna Magnani rappresentava l’antitesi dell’immagine fascista di donna, intesa come madre e casalinga compiacente. Altre influenze cinematografiche sono alcuni drammi hollywoodiani come Tre soldi nella fontana (1954) di Jean Negulesco o Lettera a tre mogli (1949) di Joseph L. Mankiewicz, la cui trama segue le storie di tre donne completamente diverse legate da un unico filo conduttore, così come le tre donne di Ninna Nanna sono legate dalla maternità.
La scelta del trittico ha una molteplicità di riferimenti, tra cui in particolare la Santissima Trinità e le pale d’altare, nelle quali la Madonna e il Bambino spesso occupano il pannello centrale.
L’opera è stata presentata al pubblico presso la Collezione Maramotti, proiettata su una lunga parete all’ingresso nei primi anni di apertura della Collezione.
Successivi riconoscimenti
Nel 2007 Ninna Nanna è stata selezionata per la mostra Pensa con i sensi, senti con la mente: l'arte al presente / Think with the senses, Feel with the mind: Art in the present tense, alla 52a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, curata da Robert Storr.