6ª edizione 2015-2017 Emma Hart

01 ottobre 2015 – 01 ottobre 2017

L’argilla è più simile alla narrazione. Si può mettere ciò che si sente sull’apparenza esterna delle cose.
Emma Hart

Per la sesta edizione del Max Mara Art Prize for Women la vincitrice Emma Hart (n. 1974) ha creato una grande installazione frutto di una ricerca condotta sui disegni e sulla pratica della tradizione italiana della maiolica. Le grandi opere di ceramica dipinta rappresentano il culmine di un’indagine sui modelli visivi e sugli schemi di comportamento psicologico.

Le artiste finaliste e la giuria

Finaliste: Ruth Ewan, Ana Genovés, Emma Hart, Tania Kovas, Phoebe Unwin

Giuria: Iwona Blazwick OBE, Direttrice di Whitechapel Gallery (presidente); Helen Sumpter, editor di Art Quarterly; Fiona Bradley, direttrice della Fruitmarket Gallery di Edimburgo; Alison Wilding, artista e membro della Royal Academy; Sarah Elson, collezionista e fondatrice di Launch Pad

Il progetto vincitore dell’edizione

Mamma Mia!, il progetto vincitore che Hart ha presentato per il Max Mara Art Prize for Women, indaga i modelli visivi e gli schemi del comportamento psicologico, riflettendo su come essi possono essere rappresentati e sovvertiti.

Emma Hart realizza opere che catturano la confusione, lo stress e il disgusto indotti dall’esperienza del quotidiano. Alla costante ricerca di vita ed emozioni reali, Hart impiega la ceramica per creare installazioni claustrofobiche che coinvolgono fisicamente ed emotivamente il pubblico, o per dare vita a opere più piccole che si protendono verso chi osserva.
Di frequente nei suoi lavori sono presenti emanazioni verbali e visive, e l’impiego dell’argilla è spesso corporeo, teso a formare elementi che mimano parti del corpo che divengono surrogati dell’azione e del lavoro umano.

Residenza

Durante la residenza in Italia organizzata per l’artista dalla Collezione Maramotti, Hart ha viaggiato tra Milano, Roma, Todi e Faenza.
A Milano Hart ha frequentato la scuola Mara Selvini Palazzoli, approfondendo l’Approccio Sistemico di Milano, un metodo costruttivista di terapia incentrato sulle relazioni famigliari che prevede rievocazioni fisiche e lo studio di schemi comportamentali.
A Roma Emma Hart ha visitato una serie di monumenti funerari insieme a Katherine Huemoeller, ricercatrice dell’Università di Princeton specializzata sulle relazioni e le strutture familiari nell’antica Roma.
La seconda fase della residenza ha permesso ad Hart di sviluppare i suoi esperimenti con l’argilla, imparando tecniche decorative antiche da applicare alla ceramica contemporanea.
A Todi, in Umbria, con il supporto di Bibo’s Place - associazione culturale gestita da Matteo Boetti e Andrea Bizzarro - Hart ha scoperto la maiolica, tecnica a smalto della tradizione ceramica italiana, che l’ha portata a creare i motivi inseriti nella sua opera.

L’ultima tappa del tour di Hart è stata Faenza, città in cui ha iniziato a consolidare e sperimentare nuove tecniche ceramiche, grazie all’incontro con prestigiose istituzioni quali il Museo Internazionale della Ceramica e il Museo Carlo Zauli, accompagnata da Matteo Zauli e da Cristina Casadei.

Mamma Mia!

Whitechapel Gallery (12 luglio - 3 settembre 2017)

Collezione Maramotti (15 ottobre 2017 - 18 febbraio 2018)

Risultato della residenza in Italia organizzata per Hart dalla Collezione Maramotti, l’installazione Mamma Mia! è composta da una famiglia di grandi teste di ceramica che sembrano dialogare tra di loro. Nel lavoro di Hart l’argilla si trasforma fino a creare delle sagome tra l’umano e l'artificiale, sculture sospese nello spazio e usate come lampade.

Ciascuna delle undici sculture ha la forma di una brocca, in cui il becco rappresenta un naso e l’apertura una bocca. Prodotte dall’artista a Faenza in stretta collaborazione con Aida Bertozzi, storica assistente dell’artista Carlo Zauli, le sculture sono smaltate incorporando diversi motivi, come ad esempio le nuvole dei fumetti. Le decorazioni all'interno delle teste, vivaci, disegnate e dipinte a mano dall’artista, sono frutto di una ricerca condotta sui disegni e sulla pratica della tradizione italiana della maiolica.
Lo spazio tra lo spettatore e l’oggetto è come sempre fondamentale nel lavoro di Hart. Si tratta di uno spazio arricchito da una visione personale che l’artista ha tratto dalle sue esperienze in Italia: il calore, la luce e il colore, oltre al linguaggio e alle dinamiche familiari che sembrano essere ricreate dalle stesse opere.

Lo spettatore viene coinvolto nella relazione tra le diverse parti dell’installazione, e invitato a scoprirla ed esperirla in ogni sua parte, incluse le decorazioni interne delle opere. Lo spettatore entra così nella relazione che i lavori ricreano tra loro stessi, vivendo l’esperienza di essere parte di un grande spazio dinamico e mutevole a seconda delle posizioni, delle azioni, degli sguardi degli altri.

Hart, dopo la prima tappa dell’esposizione alla Whitechapel Gallery di Londra, ha rielaborato l’allestimento delle opere adattandolo agli spazi della Collezione Maramotti.

Successivi riconoscimenti

La mostra Mamma Mia è stata presentata anche presso la Fruitmarket Gallery di Edimburgo a fine 2018. Dopo aver vinto il Max Mara Art Prize for Women, Hart è stata premiata nel 2022 dalla Henry Moore Foundation Artist Award.